I giorni de I Giochi de le Porte

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Il manifesto de I Giochi de le Porte, dal 22 al 24 settembre a Gualdo Tadino

Prima avvertenza: non fate l’errore di arrivare domenica, quello che voi pensate sia il giorno della Festa. Non fatelo. Quando si parla di Giochi de le Porte non esiste IL giorno. Esistono I giorni.

Allora prendetevela comoda e imbarcatevi in auto il venerdì mattina. Arriverete in tempo per iniziare a godervi i Giochi proprio come i gualdesi doc. Sì, perché qui a Gualdo Tadino da sempre si dice che “il venerdì è dei gualdesi”, ma non preoccupatevi: non sarete certamente di intralcio. Anzi. Verrete semplicemente travolti dalla sana follia che avvolge questo giorno che segna l’inizio di tutto.

Venite con noi.

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Fanciulle ai Giochi (foto ©Daniele Amoni)

È venerdì e ogni cosa prende il via. O meglio, ogni cosa finisce. Finisce l’ansia di un anno, finiscono i preparativi, le prove, le paure. Tutto. Avete presente lo stato d’animo di una sposa che sta per uscire di casa per andare all’altare dopo mesi e mesi di attesa? Ecco, è così che si sente la nostra Città. Ansiosa, si mira allo specchio con la speranza che tutto sia a posto e che sia più bella che mai.

Arrivati? Parcheggiato? Bene! Fatevi trovare alle ore 18 in piazza Martiri e sistematevi in modo tale da gustarvi lo scambio di doni tra i tavernieri, quello che segna l’avvio ufficiale dei Giochi de le Porte. Soffermatevi sullo sguardo dei portaioli. Vedrete voglia di rivincita per chi lo scorso anno ha perso e voglia di ripetersi per chi tiene il Palio ben custodito in taverna. Però attenzione: il venerdì non esiste la Porta di San Benedetto, di San Donato, di San Martino e di San Facondino. Il venerdì esiste solo la Porta di Gualdo, perché tutti sono uniti nel festeggiare l’avvio di una tre giorni che, nonostante le rivalità, in primo piano metterà sempre e comunque la Comunità.
Poi assisterete alla consegna delle chiavi. Quali chiavi? Quelle della Città, perché qui, da oggi a domenica, non sarà il Sindaco a guidare il popolo, ma il popolo dei Giochi a guidare la Città.
Se al “Viva Gualdo, viva i Giochi de le Porte” urlato alla folla avete sentito un brivido sulla pelle, accertatevi che non sia il freddo. Se non lo è stato, vuol dire che siete pronti per il resto di questa avventura.

Seguiteci, perché da adesso si aprono gli usci delle taverne e allora i colori e gli odori che avete appena visto e sentito in Piazza, li ritroverete fra le mura di queste splendide e romantiche dimore medioevali pronte a conquistare i vostri occhi e il vostro palato.
In tre giorni avrete tempo per visitarle tutte. Anzi, mettiamola così: dovete farlo, perché solo in questo modo il tuffo nel Medioevo sarà completo e soddisfacente.

Mangiato? Allora tornate in Piazza, perché alle 21 verrete avvolti dal ritmo e dalle coreografie mozzafiato dei Tamburini delle quattro Porte. Poi ecco i giochi con i vessilli di uno dei gruppi più antichi dell’Umbria, quello degli Sbandieratori e Musici della Città di Gualdo Tadino. Ok, ora potete andare e dormire, magari dopo un salto in taverna per un buon bicchiere di vino e per fare amicizia con i tanti gualdesi che troverete lì, ma anche sparsi per le vie di un centro storico che stasera è più vivo che mai.

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Lo sfarzoso Corteo Storico (foto ©Daniele Amoni)

È sabato, il giorno del Corteo Storico. Di mattina la città dorme e speriamo la perdonerete. Anche perché la sorpresa che vi regalerà all’imbrunire, si rivelerà sicuramente uno degli spettacoli più belli, affascinanti e commoventi che possiate mai aver visto.
Sapete allora che dovete fare stamattina? Un giro per i nostri fantastici musei. Sì, perché Gualdo Tadino, che conta quindicimila abitanti, ha la bellezza di sei musei bellissimi. Ma non sono “bellissimi” perché chi scrive è di parte. Lo sono veramente!! Molti vi racconteranno la ceramica, il nostro orgoglio. Un altro vi racconterà l’emigrazione, quella nostra, quella che ha piantato il seme gualdese e italiano praticamente in tutto il mondo. È in questi luoghi che capirete da dove viene la nostra tenacia e perché Gualdo Tadino è la città dai Lustri d’Oro.

Il pomeriggio la piazza, la stessa che avete vissuto ieri, si riempirà di gente in costume. Chi sono, cosa fanno e quanto sono bravi lo scoprirete domani, ma volendo potete assistere alle loro prove, al loro “assaggio” di quella Piazza che domani vedranno dall’alto del loro palchetto, piena di migliaia e migliaia di visi rivolti verso l’alto, verso loro e verso i bersagli. Parliamo di fionda e arco, parliamo di bilie e frecce. Parliamo di strumenti vecchi di secoli, riportati in vita dai nostri bravissimi Giocolieri.
Non vi muovete, state lì, perché alle 18 arrivano i balestrieri della compagnia Waldum. La balestra è un’arma antichissima, inventata subito dopo l’arco, per aumentarne la potenza e la gittata. Dovete sapere che la gara a cui state per assistere ha un nobile scopo, perché colui che vincerà avrà l’onore di sfilare nel corteo storico di stasera con il drappo che domani si aggiudicherà il vincitore dei Giochi de le Porte. Con il Palio! Una bella responsabilità!

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Piatto da pompa con la bottega di Matteo da Gualdo, Fabbrica di Paolo Rubboli, 1878

Adesso avete due possibilità: andare a cena o prendere posizione in Piazza per scovare un posticino utile per gustarvi uno dei Cortei Storici più belli d’Italia. Un suggerimento? Se siete in una buona posizione, tipo la scalinata della Basilica di San Benedetto, andate a mangiare dopo. Le taverne sono aperte fino a tardi e il cibo è sempre freschissimo. Se invece magari avete acquistato un biglietto per un posto in tribuna, mangiate con calma e tornate in piazza alle 21.
È a quest’ora che gli oltre mille figuranti delle quattro Porte, in costume d’epoca del XV secolo compariranno annunciati dal suono dei tamburi e sfileranno davanti ai vostri occhi, dando vita ad allegorie e scenografie fantastiche, che vi lasceranno senza parole. Magari non dimenticatevi di scattare tante tante foto!

Al termine del Corteo, vi diamo un altro consiglio: contornatevi di gualdesi, state loro vicino, così da farvi tradurre qualche parola in dialetto che inevitabilmente uscirà fuori dalla lettura dei Bandi. I quattro Priori saliranno infatti sul palco per sfidare le Porte rivali. Sfottò, battute, aneddoti. Qualcuno lo capirete, qualcun altro no. Provate a farvelo spiegare e se non ci riuscite nessuna paura. Tutto renderà più trepidante l’attesa per le gare di domani.

Adesso è il momento di andare a letto ma, se non lo avete già fatto, scegliete una Porta per cui tifare. Sceglietela in base ai colori, alle simpatie, a quello che volete. Però fatelo, perché non esiste domenica dei Giochi senza una Porta per cui tifare. E poi è bello parlare al plurale, dire “vinciamo noi”, urlare, incitare. È bello regalarsi un po’ di gualdesità.
Allora buonanotte. E nel sonno abbracciate il fazzolettone della Porta che vi siete appena regalati.

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I somari, conquistatori del Palio (foto ©Daniele Amoni), amatissimi dal popolo de I Giochi del le Porte

Siamo arrivati a domenica e ancora non vi abbiamo raccontato di un animale, che sicuramente in queste due giornate passate a Gualdo Tadino avrete visto decine di volte.
Il somaro è un animale addomesticato ormai da millenni, che ha rappresentato, anni e anni fa, il mezzo di sostentamento di tante famiglie. Bene, noi il somaro lo veneriamo. Esagerati? No, se andate a visitare le stalle dove le quattro Porte custodiscono questi animali, vi accorgerete che l’amore e la cura che i portaioli hanno per i somari è incredibile e a tratti commovente. Tant’è che abbiamo affidato a loro il compito di conquistare il Palio tanto ambito. A loro e ai giocolieri che avete visto all’opera ieri.

Pronti per i Giochi de le Porte?
Premessa: dovete sapere che la storia di Gualdo Tadino è una storia dura, intrisa di difficoltà, di cadute anche pesanti, ma Lei, la città, è rimasta sempre in equilibrio, quasi danzando sopra alle tante, tantissime avversità.
I Giochi de le Porte non possono che rispecchiare tutto ciò. Competitività, confusione, caos, difficoltà, cadute, risalite. È la storia di Gualdo e quindi è la storia dei Giochi.
Non aspettatevi nulla di normale, non sarebbero i Giochi de le Porte. Questa è una festa dove niente è ripetitivo, come nelle cento altre rievocazioni. Qui abbiamo una montagna con rocce dure come le nostre teste e una tramontana che ogni inverno tenta di tagliarci in due, senza mai riuscirci. Potevamo avere un Palio normale? No, non ce l’abbiamo.

Se ieri vi siete persi gli Sbandieratori e il corteo storico, o se avete voglia di rivederli, alle 14 e alle 14.30 arriveranno di nuovo in piazza Martiri. Poi, alle 15.30, trattenete il respiro e tuffatevi nel più grande spettacolo.

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L’ambito Palio, e sullo sfondo la bella facciata della chiesa di San Benedetto (foto ©GualdoNews: www.gualdonews.it)

Se siete stati mattinieri avrete visto alle 10.30 pesare dei carretti di legno. Bene, saranno i protagonisti della prima delle quattro prove. Insieme ai nostri cari somari.
Ogni Porta si presenterà nell’Arengo Maggiore – ci siamo dimenticati di dirvi che la Piazza oggi si chiama così – con un carretto trainato dal somaro. A bordo un auriga e un frenatore, che tenteranno di compiere il giro dell’anello del centro storico nel più breve tempo possibile.
La seconda gara è quella con la fionda. Quattro tiratori, uno per Porta. Ognuno, con cinque biglie a disposizione, deve colpire un piatto bianco con un cuore al centro. Quel cuore sapete cos’è? La nostra città. Sì, perché Gualdo Tadino è l’unico luogo al mondo ad avere un centro storico a forma di cuore e un pezzo di cuore scolpito nella montagna. E, oggi, anche tanti cuori che battono all’unisono.
Per la terza prova, sullo stesso palchetto, salgono gli arcieri. Stessa modalità: cinque tiri ognuno, cercando di portare a casa più punti possibile.

Ora date un’occhiata al punteggio. È difficile che, a questo punto, una Porta abbia già vinto il Palio. Può succedere, certo, ma è più facile che a decidere chi porterà a casa il drappo dedicato al nostro San Michele Arcangelo, sia la quarta prova. Quella più bella, quella unica, la gara che quel cuore di prima ve lo farà saltare nel petto: la corsa a Pelo.
Stavolta i quattro somari partono insieme, senza carretto, cavalcati da altrettanti fantini. La corsa è avvincente, caotica, veloce, fatta di sorpassi, contro sorpassi, imprecazioni, sudore, urla dei portaioli. Tutto questo in due minuti, attimi in cui non ce la farete mica a stare fermi, a non esultare, a non disperarvi, a non essere trasportati dallo speaker che la corsa ve la racconta metro dopo metro. Una curva, il rettilineo, un’altra curva, la salita.
Nell’Arengo Maggiore compare il primo somaro. Magari è un testa a testa. La piazza esplode all’improvviso, appena gli zoccoli del somaro iniziano ad affrontare l’ultima curva prima del traguardo. Un boato, che il clamore di prima vi sembrerà un sussurro.

Poi è l’apoteosi.
Poi è il rogo…. Un rogo? Calmi, adesso ve lo spieghiamo.

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La strega Bastola (foto © @entegiochideleporte), che secondo la leggenda diede fuoco all’intera cittànel marzo del 1237

Abbiamo una nemica. Si chiama Bastola ed è una strega, la reincarnazione del demonio, capace di assumere sembianze animalesche e di compiere rituali macabri nei nostri boschi. L’avrete sicuramente vista lungo il corteo storico: incatenata e imprigionata. Pensate che in una fredda notte del marzo del 1237 bruciò la nostra città. Come si fa a non odiarla? Non si fa e infatti da quaranta anni noi bruciamo lei.
La Porta vincitrice non si aggiudica solo il drappo del Palio dedicato a San Michele Arcangelo, ma avrà anche il diritto, l’onore e il piacere di bruciare la Bastola.
Così ecco un pupazzo, con le sembianze della nostra cara nemica, comparire nell’Arengo per essere oggetto di scherno da parte dei portaioli. Poi il rogo, in cui i vincitori partecipano con un girotondo di festa.

I Giochi finiscono con le rovine fumanti della Bastola e con i portaioli che, al ritmo dei tamburi, si tingono di nero con la fuliggine del rogo.
Se la Porta che avete ‘adottato’ ha vinto, fatelo anche voi. Sporcatevi le dita e segnatevi il viso. Se non ha vinto, fatelo lo stesso. Tanto sarete comunque segnati da questi tre giorni trascorsi nella città murata. Nella città dai Lustri d’Oro.

Buon rientro a casa, ma un ultimo avvertimento: qui assistiamo ancora ad un mezzo miracolo. Chi arriva in questo luogo bello, ma strano, in questo luogo che sembra rude, ma è cortese, sotto queste montagne aspre, ma bellissime…. beh, questo luogo lo sente come casa propria fin dal primo passo, fin dal primo giorno.
Gualdo è così. Ti obbliga a viverla, non vuole essere semplicemente visitata. Con una semplice visita non la capirete. Vuole rendervi parte della sua anima, del suo apparato sanguigno. Vuole stupirvi, nel bene e nel male. E con i Giochi de le Porte lo farà.
Quindi potranno passare anni, potete anche andare lontano, pensando di averla dimenticata. Ma state tranquilli: Gualdo vi rimane. I suoi Giochi vi rimangono.

Marco Gubbini
direttore editoriale Gualdo News

I Giochi de le Porte anche nel dossier dedicato alla storia della Città di Gualdo Tadino su MedioEvo N° 248 di settembre 2017.
Il dossier è stato realizzato con il sostegno di:

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