BEVAGNA – La piazza di Bevagna è stata scelta come set per le scene iniziali de Il nome della rosa, il primo adattamento televisivo del celebre romanzo di Umberto Eco.
Il ciak iniziale dello sceneggiato Rai, annunciato in sei puntate, è previsto negli studios di Cinecittà nei primi giorni del gennaio 2018. A Bevagna le riprese, concentrate principalmente tra la chiesa di San Silvestro e il Mercato Coperto, inizieranno invece a febbraio e si protrarranno per alcune settimane.
La città, inserita tra i Borghi più belli d’Italia e le Bandiere Arancioni, di recente è stata scelta anche per le registrazioni di un’altra serie televisiva targata Disney Channel. E in passato ha ospitato altri film famosi. Il regista Mario Mattoli, di origini bevenati, nel lontano 1936 volle girare nella città dei suoi avi Musica in piazza. E anche Franco Zeffirelli ambientò qui alcune scene di Fratello Sole, sorella luna (1972). Fino alla fiction tv di Rai Uno Don Matteo 6.
Il nome della rosa televisivo, diretto da Giacomo Battiato, propone un cast internazionale.
Umberto Eco, scomparso nel 2016, aveva avuto modo di supervisionare la sceneggiatura, scritta da Andrea Porporati in collaborazione con il suo collega britannico Nigel Williams.
Il ruolo di Guglielmo da Baskerville, il monaco-detective interpretato da Sean Connery nel kolossal del 1986 diretto da Jean-Jacques Annaud, è stato affidato all’attore italo-americano John Turturro.
Rupert Everett sarà il suo antagonista, Bernardo Gui (F. Murray Abraham nel film di Annaud).
Adso da Melk, il novizio che nel film del 1986 era interpretato da un giovane Christian Slater, nella serie tv avrà il volto del diciottenne attore tedesco Damien Hardung.
La serie, prodotta da Matteo Levi (con la 11 Marzo) e Carlo Degli Esposti (con Palomar) in collaborazione con Rai Fiction, sarà girata in inglese. Il budget previsto è di 23 milioni di euro.
Secondo il quotidiano francese Le Monde, “Il nome della rosa” è uno dei cento libri più importanti del Novecento. Il successivo film girato da Annaud per ben tredici anni (dal 1988 al 2001) ha detenuto il record d’ascolto su RaiUno con di 14 milioni 672 mila spettatori, superato solo dalla visione de “La vita è bella” di Roberto Benigni che registrò 16 milioni 80 mila spettatori.
Una scenografia ideale La piazza bevanate è una delle più importanti realizzazioni urbanistiche dell’Umbria.
Ora si chiama Piazza Silvestri. Una volta era Piazza Maggiore. E prima ancora Piazza Umberto I. E’ uno spazio di grande fascino, pavimentato con lastre di pietra, privo di simmetria e di allineamenti frontali, esaltato dalla monumentale presenza di due chiese, del Palazzo dei Consoli e della bellissima colonna romana di S. Rocco. La fontana, di imitazione medievale, fu fatta costruire nel 1896.
Una piazza sghemba e affascinante. Nella quale spicca, con la sua loggia al piano terreno chiusa da splendide volte a crociera, il Palazzo dei Consoli, realizzato nel 1270 .
Una bella scalinata conduce al piccolo e armonioso Teatro Torti (1886) che offre agli sguardi dei visitatori un loggione e tre ordini di palchi e le magistrali decorazioni di Domenico Bruschi e Mariano Piervittori.
Un’ampia volta, realizzata nel nel 1560, collega il palazzo alla Chiesa di San Silvestro, progettata nel 1195 da maestro Binello. Un vero e proprio capolavoro del romanico umbro: la facciata, nella quale emerge un portale in travertino ornato da rilievi classicheggianti e mosaici geometrici è rimasta incompiuta nella parte alta. Il fregio allegorico va osservato con cura e letto da sinistra a destra: c’è un monte (Cristo) dal quale escono i quattro ruscelli dei Vangeli; dal monte si dispiega un tralcio rigoglioso: la pianta generosa della vite rappresenta la Chiesa in mezzo al quale si nascondono alcuni animali (i fedeli); sulla destra un demonio vomita un fiume dalla bocca.
La chiesa di San Michele che si eleva sull’altro lato della piazza fu edificata dallo stesso Binello, insieme a Rodolfo, appena pochi anni più tardi. La facciata presenta un bel portale ornato da capitelli e da fregi in tre ordini; l’interno, a tre navate, con il presbiterio rialzato e ampia cripta, conserva un Crocifisso del XV secolo con sagome lignee raffiguranti la Madonna, la Maddalena e S. Giovanni, attribuite al Providoni. A lato dell’edificio, la solida torre campanaria cuspidata, con trifora gotica.
Proprio all’ingresso del corso, sulla sinistra, si alza una terza chiesa: San Domenico. Fu fatta costruire nel 1291 sui resti di un oratorio che era dedicato a S. Giorgio e che il Comune di Bevagna volle donare al Beato Giacomo Bianconi a riconoscimento della sua opera di ricostruzione della città, dopo l’assedio di Federico II (1249). Il portale con una lunetta affrescata, risale al XIV secolo.
L’interno, a navata unica con tre absidi, fu trasformato nel 1737. Nell’abside centrale spiccano affreschi giotteschi del XIV secolo: Annunciazione e Scene della vita di S. Domenico.
A pochi passi, si possono ammirare una Madonna con Bambino e un Crocifisso, due sculture sculture lignee del XIII secolo. Da un vicolo nascosto dietro alla chiesa si può accedere a un grande ex convento domenicano, che in gran parte poggia su una monumentale costruzione romana del I secolo dopo Cristo.
Una piazza viva, cuore pulsante della città: è qui e lungo il corso che ogni anno, nel mese di giugno, si svolge il Mercato delle Gaite, caratteristica e fedele ricostruzione della vita quotidiana della Bevagna medievale negli anni tra il 1250 e il 1350 curata dai quattro antichi quartieri cittadini: San Giorgio, San Giovanni, San Pietro e Santa Maria.
Selvaggia d’Urso
Articolo pubblicato su Umbria Touring