Omaggio del Festival del Medioevo a Raffaele Licinio

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Raffaele Licinio (foto Associazione Centro Studi Normanno-Svevi)

Omaggio del Festival del Medioevo (26-30 settembre 2018) alla memoria dello storico Raffaele Licinio, scomparso a Foggia lo scorso 3 febbraio.

All’opera del grande medievista verranno dedicati speciali approfondimenti che si svilupperanno intorno a più iniziative culturali.

Nato nel 1945 a Ceglie del Campo, professore ordinario per molti anni della cattedra di Storia Medievale nell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Raffaele Licinio è stato direttore del Centro di Studi Normanno-Svevi di Bari dal 2004 al 2010. Dal 1976, anno della sua fondazione, sino al 1979, fece parte della redazione della rivista Quaderni medievali. Insieme ad altri storici, fu tra i fondatori del Laboratorio internazionale di storia agraria di Montalcino.

Molto importante la sua attività di divulgatore: ideò i siti web storiamedievale.net, cinemedioevo.net e mondimedievali.net, aggiornati punti di riferimento su temi medievistici e sull’immaginario medievale nella cultura contemporanea. Insieme ad altri suoi colleghi pugliesi diede vita ai Mercoledì con la Storia, ricorrente e fortunato appuntamento culturale per presentazioni di libri e approfondimenti culturali.

Tra i suoi lavori più noti, oltre a una imponente produzione di recensioni, articoli e saggi pubblicati sulle più importanti riviste di studi storici, vanno ricordate fondamentali monografie: Uomini e terre nella Puglia medievale. Dagli Svevi agli Aragonesi, 1983; Castelli, foreste, masserie. Potere centrale e funzionari periferici nella Puglia del secolo XIII, 1991; Castelli medievali. Puglia e Basilicata: dai Normanni a Federico II e Carlo I d’Angiò, 1994 e 2010 (nuova edizione); Masserie medievali. Masserie, massari e carestie da Federico II alla Dogana delle pecore, 1998; Il naso del templare. Sei saggi storici su templari, corsari, viaggiatori, mastri massari e monstra medievali, (insieme a Franco Cardini) 2012. Nel 2017 diede alle stampe il volume Uomini, Terre e Lavoro nel Mezzogiorno Medievale (secoli XI-XV).

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Da sinistra, Giuseppe Losapio, Victor Rivera Magos e Raffaele Licinio (foto Pietro Lovero)

Di particolare importanza le sue battaglie contro la strumentalizzazione che spesso viene fatta della Storia (parlava con ironia di “McDonaldizzazione del Medievo”) e le sue osservazioni puntuali, nella produzione editoriale, nelle discussioni pubbliche e anche attraverso una attività quotidiana sui social, contro i luoghi comuni e gli stereotipi costruiti intorno alla figura del grande imperatore Federico II, “un mito in grado di generare altri miti”.

Nel maggio 2017, in concomitanza con il suo collocamento a riposo come docente, la casa editrice Edipuglia pubblicò in suo onore Apprendere ciò che vive, monumentale volume dedicato a Licinio dalla comunità scientifica internazionale: una miscellanea di saggi, frutto del lavoro di cinquanta storici, curata dai medievisti Victor Rivera Magos e Francesco Violante.

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Raffaele Licinio durante un convegno

Il titolo del volume è tratto una citazione di March Bloch che nella sua Apologia della storia, a proposito dello stretto rapporto tra il passato e il presente, raccontava di un viaggio a Stoccolma insieme a Henri Pirenne. Il grande storico belga disse: “Cosa andiamo a vedere prima di tutto? Pare che ci sia un municipio nuovissimo. Cominciamo di là”. E di fronte allo sguardo sorpreso di Bloch, aggiunse: “Se fossi un antiquario, non avrei occhi che per le cose vecchie. Ma sono uno storico. Ecco perché amo la vita”.

March Bloch, citando l’affermazione di Pirenne, individua la massima virtù dello storico proprio nella “facoltà di apprendere ciò che vive”.
La vita come chiave per capire la vita stessa. La vita passata compresa attraverso la vita presente. E l’invito, forte e chiaro, a chi studia la Storia: “Non accontentatevi di osservare oziosamente dalla riva quel che avviene nel mare in tempesta”.

L’amore per la vita, l’umanità e la curiosità intellettuale hanno segnato il percorso umano e professionale di Raffaele Licinio. Un grande professore che interrogava il presente di continuo, con inquietudine e ironia.