Le sette Tavole di Gubbio, il più importante documento originale sulla civiltà degli antichi Umbri, sono una scoperta medievale.
Scoperte nel 1444 La scoperta delle Tavole fu casuale. Le trovò Presentina, una contadina di Gubbio, sepolte vicino al Teatro Romano. Era il 1444 o giù di lì. Sul fatto le cronache sono discordanti. Quel che è certo è che dodici anni dopo, nel 1456, le Tavole divennero proprietà del Comune, come riporta, nero su bianco, un documento in latino firmato dal cancelliere comunale Guerriero Campioni. L’acquisto fu certificato in un atto che riporta la data del 25 agosto 1456. L’amministrazione comunale, che all’epoca era già sotto il dominio dei Montefeltro, trattò la vendita con Paolo di Gregorio, originario di Sinij, una cittadina vicino Spalato. L’uomo rappresentava Presentina che non sapeva leggere né scrivere. La contadina e la sua famiglia ricevettero in cambio, per due anni, i proventi della gabella sui monti e sui pascoli: una cifra equivalente a 40 fiorini.
Adesso la loro storia si può leggere on line Il nuovo sito www.tavoleeugubine.it, ricco di immagini e descrizioni, racconta il significato e la storia affascinante dell’unica testimonianza scritta della più antica popolazione della penisola e mette in evidenza le numerose iniziative in atto per divulgarne gli inestimabili risvolti storici e culturali.
Una finestra sulle origini del popolo italico Progettato e curato dall’Istituto di Ricerche e Documentazione sugli Antichi Umbri (IRDAU) e dalla città di Gubbio (il sito è ospitato anche nella piattaforma web del Comune di Gubbio), il sito risponde all’esigenza di aprire una finestra su un mondo lontano, ma ancora ben vivo nelle radici culturali del territorio. E soprattutto, spiega l’assessore alla cultura di Gubbio Augusto Ancillotti, esperto glottologo e uno dei principali studiosi delle sette Tavole, è un modo per “rendere visibile anche ai non addetti ai lavori la conoscenza delle Tavole. Il risultato mi sembra eccellente, con una descrizione approfondita e molto ampia, in un sito dinamico che ambisce ad arricchirsi anche dei contributi esterni, provenienti da tutto il mondo. È il frutto di vari apporti e contributi, dell’impegno di persone che, a vario titolo, si sono prodigate e hanno reso possibile quanto oggi è sotto gli occhi di tutti”.
Duecento anni di studi e un Istituto dedicato Romolo Cerri, attuale presidente dell’IRDAU, ha illustrato in dettaglio la struttura del sito, composto di varie parti: dalla storia dell’istituto, al resoconto dei 200 anni di studio che hanno portato alla traduzione pressoché totale della lingua, fino ai testi con fotografie e traduzioni e alla sezione di curiosità sul ritrovamento, acquisto e natura delle materie usate. Il significato delle Tavole di bronzo è rimasto oscuro per secoli e da trenta anni l’IRDAU, il cui comitato scientifico è composto da docenti e ricercatori universitari e la cui grande forza è data dalla partecipazione di cittadini che con passione hanno contribuito al progetto, si occupa di raccogliere i risultati dei numerosi studi accademici e di renderli noti al grande pubblico attraverso una serie di iniziative di cui il sito web rappresenta una importante vetrina ed estensione alla portata di tutti.
Così lontani, così vicini Gli antichi Umbri sono lontani da noi trenta secoli. Ma questa enorme distanza temporale è colmata in modo affascinante dalle innumerevoli affinità con la cultura e le tradizioni attuali, che emergono dalla traduzione dei segni incisi sulle sette Tavole. Stupiscono le tante parole che dalla lingua dei bronzi eugubini sono arrivate fino a noi. Nomi come casa, cibo, famiglia, popolo, tetto, vino, soglia, vaso, via, arbitro, autorità, pontefice, pio, carne, picchio, vitello sono i segni tangibili di un legame profondo con queste antiche genti. Che è evidente anche nelle attività cittadine descritte sulle Tavole: dalla preghiera al censimento, fino ai rapporti politici ed economici con altri popoli e allo svolgimento di riti in cui si ritrovano le radici di manifestazioni ancora oggi al centro della vita sociale di Gubbio.
Tutto iniziò con loro Umbrorum gens antiquissima Italiae existimatur “quella degli Umbri si ritiene la popolazione più antica d’Italia”, scrive Plinio, il grande scienziato e storico romano. Il viaggio virtuale che ci offre il sito delle Tavole Eugubine è quindi una esperienza nel mondo dal quale veniamo, per scoprire le favolose vicende della prima stirpe dei nostri progenitori e riallacciare i rapporti con questi antichi avi, ai quali tanto dobbiamo.