“Ben venga maggio” e la primavera, il tempo in cui tutte le creature si risvegliano all’amore. Nella piccola, pagana ballata, Agnolo Ambrogini, detto Poliziano (1454-1494) descrive i riti fiorentini del giorno di Calendimaggio, quando i giovani offrono rami fioriti alle innamorate.
Quel “gonfalon selvaggio” è il simbolo agreste dell’amore. E il poeta esorta le ragazze a non essere crudeli, a concedersi agli spasimanti per conquistare il loro cuore si sfidano alle giostre. L’ultima parola di ogni strofa è sempre “maggio”.
L’Amore, un “angiolel”, simile a uno dei tanti, piccoli messaggeri dell’iconografia cristiana, alla fine comanda a tutti, giovani e adulti, di abbandonarsi serenamente al desiderio. L’invito è quello ripreso da Lorenzo il Magnifico e da molte altre liriche dell’epoca: godere dell’amore e della bella e passeggera stagione della giovinezza.
Ben venga maggio
e ‘l gonfalon selvaggio! Ben venga primavera, che vuol l’uom s’innamori: e voi, donzelle, a schiera con li vostri amadori, che di rose e di fiori, vi fate belle il maggio, venite alla frescura delli verdi arbuscelli. Ogni bella è sicura fra tanti damigelli, ché le fiere e gli uccelli ardon d’amore il maggio. |
Chi è giovane e bella
deh non sie punto acerba, ché non si rinnovella l’età come fa l’erba; nessuna stia superba all’amadore il maggio Ciascuna balli e canti di questa schiera nostra. Ecco che i dolci amanti van per voi, belle, in giostra: qual dura a lor si mostra farà sfiorire il maggio. |
Per prender le donzelle
si son gli amanti armati. Arrendetevi, belle, a’ vostri innamorati, rendete e cuor furati, non fate guerra il maggio. |
Chi l’altrui core invola
ad altrui doni el core. Ma chi è quel che vola? è l’angiolel d’amore, che viene a fare onore con voi, donzelle, a maggio. |
Amor ne vien ridendo
con rose e gigli in testa, e vien di voi caendo. Fategli, o belle, feste. Qual sarà la più presta a dargli el fior del maggio? |
Ben venga il peregrino.
Amor, che ne comandi? Che al suo amante il crino ogni bella ingrillandi, ché gli zitelli e grandi s’innamoran di maggio. |
(Poliziano, Rime, a cura di N. Sapegno, Edizioni dell’Ateneo, Roma, 1967).