Storia spregiudicata di Venezia

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Storia spregiudicata di Venezia (Neri Pozza Editore), è l’ultimo libro di Pieralvise Zorzi. In milleseicento anni Venezia è divenuta una potenza europea temuta e riverita ben oltre le sue potenzialità militari. La sua vocazione marinara e commerciale da sola non è sufficiente a spiegare una tale longevità, superiore a quella dell’Antica Roma. Altre repubbliche marinare, italiane e del Nord Europa, conobbero uno splendore simile al suo ma per periodi di tempo infinitamente più brevi. E anche dopo la sua decadenza, la Serenissima è riuscita a tenere in vita il proprio mito. Come è stato possibile?


Esaminando la sua vicenda millenaria alla luce dei moderni strumenti di analisi, ci si accorge che la chiave del successo è frutto di una spregiudicata ed efficace strategia di marketing e comunicazione.

Venezia, più che uno Stato, fu una multinazionale ante litteram, una società per azioni dove gli azionisti erano i patrizi, famiglie che ponevano il proprio interesse personale al servizio dell’impresa comune.

L’ascesa e il successo erano il risultato di una pianificazione dove nulla era lasciato al caso. A partire dai testimonials, che erano scelti con cura: a chi esaltava Venezia venivano conferiti onori, denaro, beni mobili ed immobili; chi la criticava veniva ridicolizzato e osteggiato se non perseguitato.

Per secoli la Serenissima coltivò religiosamente il dogma della propria indipendenza dalla Chiesa romana creando la leggenda di san Marco e, sotto la protezione dell’evangelista, fece risalire la propria inviolabilità alla volontà divina. Al papa Alessandro VI Borgia che gliela contestò, chiedendo dove fosse scritto che il mare Adriatico fosse il Golfo di Venezia, l’ambasciatore veneziano Girolamo Donà rispose, imperturbabile nonostante apparisse come una minaccia al potere temporale della Chiesa: «Sta scritto sul retro della Donazione di Costantino, Santità».

Il Leone di san Marco tra i santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Maria Maddalena e Girolamo (Giambattista Cima da Conegliano e bottega, 1459-60, Gallerie del’Accademia di Venezia)

Consapevoli che l’immagine e l’opulenza erano gli strumenti per intimidire la concorrenza, i patrizi crearono una fiabesca porta d’ingresso alla città, il Bacino di San Marco, e la sua ideale continuazione: il Canal Grande, che serviva a trasmettere al visitatore, che lo percorreva partendo dalla Punta della Dogana, un’immagine di meraviglia, ricchezza e cultura.

Venezia SpA costruì poi la più raffinata rete di spionaggio e una rete diplomatica che superarono per cinismo ed efficienza quella di tutti gli altri potentati.

Traendo le conclusioni: quale fu il segreto di Venezia? Zorzi lo svela muovendosi perfettamente a suo agio tra i palazzi e nel millennio in cui la Serenissima guardò l’Europa dall’alto in basso.

Pieralvise Zorzi
Storia spregiudicata di Venezia
Come la Serenissima pianificò il suo mito

Neri Pozza editore
Collana I colibrì
Per maggiori informazioni: scheda del libro