Soldatini di carta, di stagno o piombo, di plastica, piatti o a tutto tondo, per gioco o collezione, di fabbricazione italiana, francese, inglese o tedesca o, ancora, autocostruiti. Il mondo del modellismo di figurini storici spazia in generi, periodi e fabbricazione. A Gubbio, alla mostra “Un giorno nel medioevo” Marco Lambertucci, fiorentino, studioso, costruttore e decoratore, collezionista, esperto e consulente, ha prestato una riproduzione della battaglia di Azincourt (25 ottobre del 1415).
Perché scegliere Azincourt per rappresentare una battaglia medievale?
«La guerra dei Cento anni mi ha sempre affascinato e interessato storicamente. Nel tempo ho svolto dei lavori sulle tre battaglie più importanti, Crecy, Azincourt e Poitiers. Lo scontro tra inglesi e francesi, protrattosi per tanto tempo, fornisce molte possibilità di cimentarsi in situazioni ideali per chi fa modellismo storico. Si possono analizzare le varie componenti di un esercito medievale e le evoluzioni delle differenti armi».
Chi e cosa è rappresentato nel diorama?
«Ci sono le due forze in campo: l’esercito inglese e quello francese. I primi con gli arcieri e i loro long bow, veri protagonisti della battaglia, nelle loro composite uniformi; i secondi con la cavalleria pesante composta dai nobili, chiusi nelle loro armature con stendardi e blasoni».
Quindi gli inglesi con un esercito popolare e i francesi con la sola nobiltà?
«In realtà la nobiltà inglese era presente sul campo di battaglia di Azincourt come altrove, ma quel giorno i veri protagonisti furono gli arcieri, i lognbowmen, in grado di fare strage dei cavalieri. La guerra dei Cento anni e Azincourt generarono molti cambiamenti sui campi d battaglia».
Quante ore di lavoro richiede, tra ricerca storico e attività sul modellino?
«Si tratta di un impegno che non si può quantificare in maniera precisa perché ci sono diverse varianti. Per la battaglia di Azincourt, ad esempio, solo per un cavaliere servono almeno venti ore di lavoro; tempo che si dilata se il modellino è autocostruito e non un pezzo già pronto. Poi ci sono tanti dettagli da tenere in considerazione. Comunque ci vogliono tante ore di lavoro».
Quali sono le principali fonti?
«Tutto ciò che si trova: dalle lastre tombali alle miniature dei codici, dagli affreschi alle cronache, pur con le difficoltà del linguaggio medievale o della parzialità dell’iconografia di affreschi e dipinti. In ogni caso quando si fa ricostruzione con i figurini o soldatini, bisogna tenere a mente che si interpreta un periodo, cercando di rimanere il più fedeli possibile alle fonti».
Umberto Maiorca