Il 4 giugno 1463 morì l’umanista forlivese Biondo Flavio, il primo vero storico del Medioevo. Il primo a definire come entità storica a sé stante l’importanza dei quei dieci e più secoli nella storia del mondo.
Lo fece, senza però mai usare la parola Medioevo, in una mastodontica opera in 32 volumi, pubblicata nel 1453: Historiarum ab inclinatione Romanorum imperii decades (“Le decadi storiche dal declino dell’impero romano”).
Il libro è una puntuale esposizione, in ordine cronologico, delle principali vicende storiche italiane ed europee dal 412 al 1441: dall’epoca del Sacco di Roma ad opera di Alarico fino ai tempi dell’autore. Dieci secoli di storia, ricostruiti attraverso un uso critico e pignolo delle fonti, nelle quali viene introdotto il concetto di Medioevo. L’opera ebbe una grande diffusione anche fuori d’Italia.
Biondo Flavio, chiamato nel 1433 da papa Eugenio IV alla carica di notaio della Camera apostolica, fu, di fatto, tra i fondatori della moderna storiografia. Introdusse infatti negli studi storici, oltre allo spirito critico nell’analisi dei documenti anche i risultati delle sue ricerche archeologiche, epigrafiche e geografiche.
Il suo primo lavoro, Roma instaurata, pubblicato in tre volumi tra il 1444 e il 1446, gli diede anche la fama di precursore dell’archeologia, anche se fu il suo contemporaneo Ciriaco d’Ancona, detto “pater antiquitatis”, a fondare la scienza che ricostruisce le antiche civiltà attraverso le testimonianze materiali e le fonti scritte e iconografiche.
Roma instaurata è a tutti gli effetti una guida documentata alle rovine dell’antica Roma. Un libro importante per la grande quantità di notizie relative all’arte, nel quale Biondo tentò di ricostruire in modo sistematico la topografia di Roma antica arricchendo il volume con un sorprendente elenco di chiese e cappelle della “Città eterna”.
Nel 1459 pubblicò il De Roma triumphante (“I trionfi di Roma”) che presentava il papato come la continuazione dell’Impero Romano: una attenta ricostruzione delle istituzioni pubbliche e private dell’antica Roma, con particolare attenzione alle notazioni di costume e alla loro sopravvivenza nel XV secolo.
Tra le altre sue opere, va citata l’Italia illustrata, scritta tra il 1448 e il 1458 e pubblicata nel 1474: è il primo manuale di geografia storica dell’Italia, particolarmente interessante proprio perché è basato sui viaggi e le esperienze personali dell’autore. L’opera ricostruisce le vicende di quelle che allora erano le 18 province italiane, dall’antica Repubblica romana agli imperatori del sacro Romano Impero.
Virginia Valente