Era la primavera dell’anno 596 quando quaranta monaci benedettini guidati dal priore Agostino si misero in viaggio per l’Inghilterra. Partirono dal monastero romano di Sant’Andrea sul Celio. Quella spedizione era stata ordinata da papa Gregorio Magno, deciso a convertire al cristianesimo gli abitanti di quell’isola nebbiosa e lontana. Ma i religiosi non erano così convinti di poter affrontare i pagani in un paese così difficile e pieno di insidie. Accadde quindi che quando arrivarono in Francia, si fermassero a lungo in Provenza, indecisi sul da farsi.
Qualcuno addirittura voleva tornare indietro, a pregare e lavorare nel tranquillo monastero sul colle vicino al Colosseo. Anche perché i cronisti dell’epoca descrivevano i Sassoni come un popolo feroce e vendicativo.
Ma una paterna e ferma lettera del pontefice raggiunse i monaci: il papa intimava loro di riprendere subito il viaggio. Poco prima della Pasqua dell’anno successivo, dopo un faticoso viaggio, la pattuglia dei seguaci della regola benedettina sbarcò in una piccola isola del Kent.
Il re d’Inghilterra si chiamava Ethelbert. Era un pagano e tale rimase. Ma aveva sposato Berta, la figlia cristiana di Cariberto, re di Parigi. La giovane francese era molto devota a San Martino di Tours a cui dedicò una chiesa a Canterbury, allora capitale del regno. Il sovrano permise alla moglie di adorare il proprio dio. Confortati dalla benevolenza della regina, i monaci iniziarono a convertire quel popolo, per tanti versi sconosciuto a chi viveva al di qua della Manica.
Agostino fu il primo vescovo inglese. E poco tempo dopo diventò arcivescovo di Canterbury. Nuovi benedettini arrivarono da Roma. Due monaci italiani, Mellito e Giusto, furono nominati vescovi di Londra e di Rochester.
La missione dei religiosi nel giro di qualche anno si estese nel nord del paese, prima tra le boscose regioni del Northumberland e poi nella fredda e sperduta Scozia. Poco dopo Mellito fondò la cattedrale di San Paolo. E nel 616, venti anni dopo la spedizione dei quaranta monaci, i benedettini favorirono la costruzione di un piccolo santuario nelle vicinanze di Londra, proprio nel punto dove le acque del Tamigi formavano una palude. Così nacque Westminster, un nome che ha segnato nei secoli la storia d’Inghilterra.
Federico Fioravanti