I Vichinghi arrivarono in America cinque secoli prima di Cristoforo Colombo.
Lo sappiamo con certezza dal 1960, quando nel sito archeologico canadese L’Anse aux Meadows (la Baia delle Meduse) situato nella parte più settentrionale dell’isola di Terranova, l’esploratore norvegese Helge Ingstad, insieme alla moglie, l’archeologa Anne Stine Ingstad, scoprì i resti di un villaggio dell’antico popolo guerriero di origine scandinava. L’ Unesco ha classificato il luogo nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità nel 1978.
Nel 2012 Patricia Sutherland, una ricercatrice dell’università scozzese di Aberdeen, trovò dei muri in pietra sezionati secondo l’uso vichingo in un terreno sull’isola di Baffin.
La zona costiera del Canada è nota come Helluland, una parola che nell’antica lingua norrena significa “terra di pietra lastra”. E’ lo stesso luogo dove secondo la leggenda, si fermò a lungo Leif Eriksson, un capo vichingo della Groenlandia che intorno all’anno Mille navigava verso ovest in cerca di fortuna.
Sutherland arrivò alla scoperta seguendo resti di un tessuto ritrovato già nel 1999 nella stessa area e conservato da allora nel Museo della Civiltà di Gatineau in Québec.
La tecnica per produrre il filato risultò identica a quella utilizzata nel XIV secolo dalle donne vichinghe in Groenlandia. Il team di archeologi portò alla luce anche i resti di bastoncini di legno che i vichinghi offrivano ai nativi americani per transazioni commerciali. Le acque di Helluland allora brulicavano di trichechi e lungo le coste vivevano numerose colonie di volpi artiche e di animali da pelliccia.
Vinland è il nome che i vichinghi diedero al pezzetto di America settentrionale nella quale si insediarono. Improbabile, visto il clima, che fosse proprio quella “la terra del vino”. La parola nasce da una specie di vite selvatica che secondo le leggende orali dei vichinghi fu notata e molto apprezzata da Tyrkir, un guerriero germanico o forse ungherese che viaggiava al seguito dell’esploratore Leif Erikson. Con ogni probabilità era una pianta dalle cui bacche si poteva estrarre un gradevole succo alcolico.
Il primo a scrivere della scoperta di Vinland fu nel 1075 il teologo tedesco Adamo di Brema nell’opera “I Gesta”, dove parlò di “un’isola scoperta da molti” guerrieri scandinavi. Vinland viene menzionata per l’ultima volta nel 1121. Poi quel nome non fu più usato in nessun documento o resoconto di viaggio.
Secondo una tesi che divide ancora gli storici, l’isola sarebbe stata raggiunta nel 1325, oltre un secolo prima del viaggio di Colombo, anche dai fratelli veneziani Nicolò e Antonio Zeno. Fu invece ufficialmente scoperta da Giovanni e Sebastiano Caboto che l’avvistarono nel 1497 e le diedero il nome di “Terra Nuova” con il quale è conosciuta ancora oggi.